Corso cascate di ghiaccio - Inverno 2012


Kandersteg - Svizzera. Il paradiso dell'ice climbing ph Serafino Ripamonti

Lo stage è organizzato in 5 giornate, ha la finalità di avvicinare i neofiti a questa splendida disciplina, oltre alla "pretesa" di far assaporare il fascino della montagna nella sua veste invernale. Insieme scopriremo passo dopo passo, come in una piccola-grande avventura, la magia di salire i flussi ghiacciati in punta... di ramponi!

Programma del corso

14 Gennaio 2012 VAL PAGHERA

21 Gennaio 2012 CANYON DI PONTRESINA

28 Gennaio 2012 VALLE DELL’ ORCO X-Ice park

4/5 Febbraio 2012 VAL VARAITA

N.B. Il programma e le date possono subire cambiamenti in funzione delle condizioni del ghiaccio e  meteo.

Impareremo...

  • a muoverci correttamente su ghiaccio, partendo dalla progressione fondamentale
  • ad utilizzare correttamente gli attrezzi (picozze e ramponi) con la giusta tecnica
  • ad assicurare correttamente il capocordata
  • ad usare nel miglior modo i freni ed i sistemi di assicurazione e ad assicurarci autonomamente in sosta

Alessandra sul cascatone di Gabi - Gole di Gondo ph Matteo Piccardi

Dolenti note...

Quota di partecipazione: € 290,00 a Persona

La quota comprende:
  • la Guida
  • l'Assicurazione RC
  • il materiale collettivo (ramponi, imbrachi, picozze da cascata e casco) 
Tutte le spese di trasferta, vitto e alloggio (pure del Guidone) sono a carico dei malcapitati e tutto quanto non menzionato nell'elenco precedente
Minimo: 6 persone

Damocle 5+ Val Brembana  ph Matteo Piccardi

Cosa serve

  • Scarponi ramponabili o semi-ramponabili
  • Imbracatura
  • Casco
  • Guscio tipo Gore-tex o similare
  • Piumino o primaloft
  • sovra-pantaloni
  • pile
  • intimo caldo (tipo micro-pile ecc.)
  • 2 paia di guanti (uno a 5 dita e l'altro tipo muffola lana)
  • berretta
  • ghette
  • zaino 30-35 lt
Per chi ne è sprovvisto: piccozze e ramponi da cascata e casco verranno forniti dalla Guida.

Info e prenotazioni

Matteo Piccardi – Mountain Guide (+39)329 7790265 matteoguida@yahoo.it

Via del DET – Sasso Cavallo (1° salita in libera)

...Ci sono miti senza tempo, il Det e le sue vie, fanno parte di questa categoria...

“...Sono due mesi che scalo poco, troppo poco, per via di un gomito malandrino… la voglia è alle stelle, ho voglia di avventura, di stare in parete, di vuoto, di montagna, di cuore che picchia in testa…”

Una mattina mentre sono a casa davanti al computer mi arriva un messaggio... “Via del DET in libera, devi provarla…” era già li nel cassetto dei sogni, da un po' a prender polvere....

Con Luca ci siamo trovati subito, un tipo ok, diffido sempre da chi non regge le bollicine e lui, a sua insaputa, ha superato brillantemente il test.

Ne parliamo, ci spieghiamo chiaramente obbiettivi e motivazioni a scanso d’equivoci.

Questa volta no, questa volta è diverso… lo so per certo!

La settimana successiva il “Team Bollicine” è già all’ opera, con un paio di “viaggi” e il provvidenziale aiuto di Alessandra ( la moglie del Pota ) e Mariolone, corde, chiodi, friends, e tutto il materiale necessario, viene accumulato nel bivacco alla base della parete.

La nostra "casa"con tutto l'occorrente per una tranquilla vita domestica ph Richard Felderer
In effetti è un duro lavoro, il cuore va a fondo corsa, ogni volta che arranchiamo, per due orette buone, su per il sentiero della val Meria, fin alla base del nostro sogno.

Iniziamo così in questo caldo autunno, a ricercare il filo rosso degli appigli tra le pieghe della Via del Det, al Sasso Cavallo, il sogno di entrambi è quello di poter salire in completa arrampicata libera questa linea mitica, una sfida, un avventura, un omaggio al genio e alle capacità di un alpinista di razza pura.

L6 uno dei tiri più entusiasmanti ph Richard Felderer
Attrezziamo i tiri con le corde fisse per avere una veloce via di accesso e di discesa, la linea di passaggio va prima trovata e poi rimessa a nuovo. Sistemiamo le soste senza aggiungere spit, solo chiodi e protezioni veloci, e così anche sui tiri.

L6 quasi meglio del Wenden - ph Richard Felderer
L' emozione è immensa nello scoprire i movimenti, indovinare i passaggi e creare un unico teorema di appigli e appoggi, dall’ inizio alla fine.

Il lavoro più grosso però resta la ricerca e la pulizia degli appigli e il disgaggio su alcuni tiri con roccia un po’ traballante...
Qualche appiglio traballante non guasta mai  ph Richard Felderer
Luca ed io siamo galvanizzati dalla via, non pensiamo ad altro, ogni volta miglioriamo la nostra esperienza, ci dividiamo i compiti alla perfezione, questa è un avventura nell’avventura, è ciò che da sale al salire.
Metà via è sistemata così decidiamo di fare un tentativo che risulta però infruttuoso a causa del forte vento e della temperatura non proprio idonea alla libera, scendiamo e aspettiamo condizioni migliori.

Mercoledì 12 ottobre 2011
Ancora una volta ci ritroviamo lungo il sentiero che da Rongio sale su fino alla base del Cavallo, ancora una volta abbiamo mandato all’aria i piani lavorativi, ancora una volta abbiamo lasciato che i sogni avessero la meglio sulle responsabilità, ancora una volta Ale mi ha aiutato ad uscire di casa e provare.
Sono le 5:00,  la luna ci fa da frontale naturale, siamo carichi, questa volta non di kg, ma di ambizioni...
Il sentiero scorre veloce sotto i nostri piedi, quando inizia la salita smette istantaneamente il brusio delle nostre voci, per un ora e mezza, ognuno di noi, è solo con i propri pensieri...
Sotto la parete c’è una cengetta, un po’ riparata, che funge da bivacco, quel luogo ad ogni salita diventa la nostra casa, anche oggi, come altre infinite volte, compiamo il solito rituale: imbracatura, casco, saccone, materiale, vestiti, qualcosa da mandar giù…
Alle 8 non esatte, Luca parte per il primo tiro, lungo e in diagonale verso sinistra, su una roccia che ogni volta ci lascia meravigliati, oggi è particolarmente veloce, deciso, sappiamo che per quest'anno potrebbe essera la nostra ultima chance e spingiamo a fondo sull’acceleratore.
Linkiamo il secondo e terzo tiro così da risparmiare tempo, il quarto tiro è un cazzutissimo diedro strapiombante quasi sempre bagnato…oggi è particolarmente asciutto!!! E vai!
Mi sorbisco il primo surplomb e entra anche sto tiro, Luca si pappa il successivo, fessura, bombè rognosetto, placca infida, gran numero del “Matador de Mandell” e “sem a caval”...

I tiri proseguono tranquilli fin alla prima cengia, dove arriviamo per mezzogiorno spaccato, e come dei bravi lavoratori dell’inutile, facciamo anche noi la pausa pranzo. Da qui in avanti mancano 5/6 tiri per uscire, ma su terreno sconosciuto, e con ancora uno che potrebbe regalarci qualche “bella” sorpresa.

Luca in allungo sul primo strapiombo ph Richard Felderer

Ripartiamo con una bella lunghezza di collegamento su roccia ottima e erba eccellente di IV+ e il più è d’obbligo… da meditare.

Finalmente eccoci qui sotto al terzo e ultimo strapiombo, la roccia pare super, i chiodi ci sono e che problema c’è allora !?

Subito ci rendiamo conto che non sarà per niente facile sistemare questo tiro, alcuni chiodi tengono giusto il respiro e la roccia non è sempre così buona come credevamo noi.

Dopo attimi di panico da B&R ( citazione che prendo in prestito da un amico ), acronimo di Battuti e Respinti, scopriamo un buchetto pieno d’erba e terra, che una volta pulito ci consente di passare a una tacca provvidenziale salva tiro! Incredibile, ci sono tutti gli appigli e gli appoggi, e si fanno tutti i movimenti!!!

Ritorniamo alla sosta di partenza, concatenare questa lunghezza non sarà facile, e ne siamo coscienti, sono le 15:30, abbiamo ancora un po’ di ore di luce davanti e siamo pronti a dar fondo a tutte le nostre energie per riuscirci.

Andiamo aggressivi e al secondo tentativo riusciamo entrambi a salire il tiro in libera!!! Siamo stragasati, è quasi fatta...
Luca agli appigli, Matteo alle corde ph Richard Felderer
I 4 tiri che ci mancano per uscire, li facciamo con le ali sotto ai piedi, euforici, ma sempre concentrati al massimo, perché dove le difficoltà calano, le cazzate aumentano, quindi bisogna alzare il livello di guardia.

Quando usciamo sul prato sommitale sono le 19:00, siamo stravolti, ma contenti e consapevoli di quello che ci “lascierà” questa giornata, siamo in cima al Sasso Cavallo 11 ore dopo aver staccato le chiappe da terra, un'eternità!

Abbiamo assaporato lentamente il nostro sogno, entrando nelle viscere del Sasso Cavallo, per scovare gli appigli e appoggi, ci siam montati sopra come in un gioco senza fine.

Adesso il vento spazza la vetta, nemmeno il tempo di ripigliarsi un attimo, impacchettiamo la ferraglia e ci cacciamo giù per la discesa alla luce spettrale delle nostre frontali.

L’unico pensiero è l’acqua!!! Siamo arsi dalla sete, è stata una giornata lunga e caldissima, e noi, da bravi alpinoidi “estremi” e sostenitori della leggerezza, abbiamo portato 1,5 litri d’acqua in due… per essere leggeri!!!

Varchiamo la soglia della Dina ( il bar di Rongio) alle 22.30, nella saletta di là c’è un gran vociare, gente che gioca a carte, gente che beve vino e discute animatamente.

Ci sediamo e ordiniamo due birre, arriva di qua un tipo e ci chiede: “ Ma voi siete gli amici del Mario?” Con un debole cenno, mentre ci guardiamo negli occhi, annuiamo.

E ancora: “Come va la via al Cavallo?”

I nostri sguardi si incrociano di nuovo (ma non doveva saperlo nessuno?)

Rispondiamo ridendo: “Bene, l’abbiamo fatta oggi!”

Valerio non finisce più di farci i complimenti… e ci offre da bere!

Matteo Piccardi - Luca Passini

Via del Det - Sasso Cavallo
Sviluppo 500 metri.
Difficoltà VI/A3 - In libera fino al IX/IX+
1°libera 12/10/2011 Luca Passini e Matteo Piccardi (a comando alternato Team Free).

Un particolare ringraziamento a :

  • Giuseppe “Det” Alippi, per l’intuito, le capacità e il coraggio di spingersi così in avanti e Benigno Balatti, degno socio e grande alpinista/esploratore.
  • Alessandra e Silvia (mogli) per l’aiuto e il costante supporto morale.
  • Mario Panzeri e Fabio Palma per il lavoro di supporto.
  • G. Carlo Lafranconi e Martino Gatti per l'ospitalità.
  • Gruppo Ragni della Grignetta - Lecco
  • Adidas

Trailer video tre cime

http://vimeo.com/30951791


un anteprima del film della libera della Camillotto Pellissier

Le 3 Cassin - Alpinismo fuori porta


Due giorni sulle pareti di "casa"per ripercorrere la storia del grande Alpinista lecchese. Un concatenamento inedito per immergersi nella storia delle tre vie più rappresentative del grande alpinismo di Riccardo Cassin.

Organizzazione

Durata da sabato 22 Ottobre a domenica 23 Ottobre 2011

Programma:

1° giorno-Cassin al torrione Costanza, Cassin al torrione Palma, trasferimento a piedi al rifugio Elisa.

2° giorno Cassin al Sasso Cavallo e rientro.

Livello richiesto 6a da secondi

Max 2 persone

Dolenti note

La quota di partecipazione 
€ 550,00 1 persona;
€ 325,00 a persona con due persone + pernottamento Rifugio Elisa € 35,00.

Le spese della Guida sono da dividersi tra i partecipanti.

Info e prenotazioni

Matteo Piccardi matteoguida@yahoo.it Tel. (+39) 329 7790265

Wenden: First round

Domenica complici scatti fotografici e personaggi noti, sono stato trascinato al Wenden; mitico e mistico luogo in terra elvetica dove la libera è spinta all' estremo.

Ho avuto modo di saggiare un po' di gas sotto le scarpe e devo dire che mi è piaciuto parecchio...
Conto di tornare. Agguerrito e con morale alle stelle...

Grazie a tutti i protagonisti di questa giornata, in special modo a Fabio Palma e Matteo Della Bordella, climber, visionari, a tratti folli apritori, della via in questione e gran conoscitori dl luogo

Wenden-Coelophysis Navigando a vista... Foto R. Felderer
 
   
Wenden-Coelophysis. Stringi e sali. Foto R. Felderer
Wenden-Coelophysis...senza guardarsi indietro... Foto R. Felderer
Wenden-Coelophysis No and rest...Foto R. Felderer

Prigioniero delle Tre Cime

Ogni salita incomincia con un sogno, senza una ragione precisa, alle volte,con una casualità frutto del caos; un immagine, un nome, un dettaglio all' apparenza insignificante, lasciano traccia dentro di me e sedimentano nel mare dei sogni; un sedimento che a tempo debito riaffiora prepotentemente.

Tre Cime di Lavaredo - Foto Riky Felderer

In quei giorni non c'è possibilità di replica, non esistono compromessi, l'ego ha il sopravvento su tutto, sulla ragione, sul dovere, sulla responsabilità, sulle persone.


Camillotto Pellissier - Foto Riky Felderer 
E come tante volte, mi ritrovo a compiere i gesti di un rituale ormai consolidato, su pareti lontane, apparse in sogno; trascinando nel vortice qualsiasi persona mi stia attorno, senza nessun compromesso, con l'ossessività di un folle; prigioniero del mio sogno.

Camillotto Pellissier - Foto Riky Felderer

Tutto si ferma, tutto ruota attorno alla parete, alla linea, fino a raggiungere l'essenza del gesto, il singolo appoggio, la singola prensione, tutto gira vorticosamente attorno a me.La parete è il mondo.La via la mia ossessione.

...Per la cronaca...

E' tutta l'estate che aspetto, aspetto di avere il tempo libero dagli impegni di lavoro, aspetto che la meteo sia buona e che le due cose possibilmente convergano nel medesimo periodo!!
Ormai avevo accantonato l'idea, avevo quasi pensato di richiuderla nel cassetto dei sogni e lasciare tutto in standby per un altro anno, fino alla prossima estate, dove avrei ricominciato a giocare a tetris con il mio lavoro di Guida e la meteo.
Invece eccoci quà,con mia moglie Ale, complice una meteo ultrastabile e un caldo "d'altri tempi", appesi sulla nord della Cima Grande, ad inseguire questo sogno, per me grande, di salire in libera e in giornata la Camillotto Pellissier.

Martedì provo i primi tiri e faccio al secondo giro il tiro più duro, così mi sento fiducioso e il giorno dopo, supportato da Alessandra, tra paure e sogni riesco nella libera di tutta la via;

Sono le 15 quando esco incredulo e gonfio marcio, dal tetto dell' ultimo tiro duro,  fatto più con la forza della "disperazione"che con la pompa.


Camillotto Pellissier - Foto Riky Felderer

Scatti di Riky Felderer - Via Camillotto Pellissier 300 metri fino all'8a+ - Tre cime di Lavaredo Cima Grande parete nord.
Salita in libera in giornata il 24/08/2011 con mia moglie Alessandra

Digital Crak 8a sulla cresta di Cosmiques

Ladro di equilibri


Sono carico di aspettative, forse come tante volte troppo carico.

La tensione gioca spesso brutti scherzi, soprattutto quando tutto dipende da equilibri precari, da movimenti controllati, quasi a dover trattenere il respiro per non sbilanciarsi.

Ma il controllo non basta su questo mozzicone di granito; per venticinque metri di appigli da stringere con la giusta dose di rabbia.

Questo pezzo di protogino rosso fuoco, piovuto da chissà dove nel bel mezzo della cresta dei Cosmiques ha un anima, rude e selvaggia, come la roccia di cui è fatto.

Oggi tutto scorre al rallentatore, le lancette dell’ orologio, il sole nel cielo; persino i gracchi mi appaiono rallentati nel loro volteggiare.


Mi vedo spettatore di me stesso, mi osservo sfilare il pile e rimanere in maglietta, schiena alla parete appeso alla sosta, cercare di far confluire in un unico e duraturo istante, ambizione, rabbia, paura, concentrazione.

Mi osservo partire dalla sosta con la sola consapevolezza di dover stringere le dita su quelle minuscole rughe di roccia, fin quasi a fonderne la pelle con il granito, fin a divenire un'unica cosa con l’elemento su cui mi muovo, con la sola idea di spingere il mio corpo verso l’alto, attraverso una serie infinita di equilibri rubati alla gravità.






E ancora mi sorprendo sospeso su quel pilastro, ad ingaggiare una battaglia senza quartiere con il mio io, con la paura di sbagliare nuovamente, con il mio ego che urla la sua frustrazione!


Appigli e appoggi scorrono in una disordinata miscellanea di sequenze verso l’alto, finché esco dal cono d’ombra della parete e raggiungo la “cima” piatta di questo monolite e ancora incredulo mi godo finalmente l’odiato sole e le voci amiche intorno a me.

Rap futuristico

Rap-futuristico, rap-futuristico, rap-futuristico, futuristico; continuo a canticchiare il ritornello del tormentone, mentre scruto ogni millimetro di roccia attorno a me alla ricerca di appigli e appoggi, alla ricerca del movimento che concateni ogni sequnza...e c'è tutto! meravigliosamente c'è tutto, certo con ogni probabilità per me fuori budget o almento molto futuristico, ma c'è tutto e soprattutto adesso c'è una linea da sogno, ne lunga ne corta, giusta ( almno a me piace così ); una bella sfida per chi vorrà raccoglierla.

Una domenica spesa bene

Domenica 24 Luglio 2011, al Sasso Remenno (Val Masino) ho centrato due 8a+ in giornata di cui uno al secondo giro.

La via del chicco: avevo fatto un tentativo a vista un paio di settimane fa, poi oggi in due giri ho salito questo muro strapiombante bricolato, sulla nord est del sasso. Il tiro, dopo un primo dinamico a un buon appiglio, presenta un'arrampicata di resistenza d'avambraccio su piccole liste e verticali con sezioni tecniche; tutto sommato seppur scavicchiato e bricolato, un tiro che allena.

Niente oltre il cielo: si trova nel settore strombix, nuovo spot della valle, giusto in fronte al Remenno.
Accompagnato dal giovane e promettente "local" Luca, da Alessandra (mia moglie e fidato Socio), Matteo Faletti Guida Alpestre e caro amico e "il Berna" (Daniele Brenasconi), vado a dare un occhio a questa perla valorizzata da capitan "Ferraccio" (Simone Pedeferri) & Co.

Luca mi propina questo tiro, a detta sua il più scalabile... Quindi accetto di buon grado di farci qualche tentativo.
Dopo un primo giro infruttuoso, riposo quel tanto che mi serve, giusto che mi torni un po' di power e al secondo giro, ingaggiando una battaglia senza quartiere moschettono la catena di sosta!! Sono incredulo, per un istante rimango sospeso oltre che nel vuoto vertiginoso di Strombix, nelle mie emozioni; per capire che sono riuscito veramente, devo toccare terra e sentire le voci degli amici che mi fanno i complimenti.

E' stata una gran bella giornata d'arrampicata, nel mio piccolo, sono veramente felice; se penso che solo qualche mese fa non avrei mai immaginato di riuscire a fare qualcosa di simile.

Come in ogni cosa, le persone che hanno condiviso con me queste emozioni, sono state fondamentali per la buona riuscita della giornata!!

Piz Palù

Questa è la prima tappa del viaggio, che insieme agli amici del CUS dovrebbe culminare sulla vetta più alta delle Alpi, il Monte Bianco.

Lo spettacolo che si gode dal Diavolezza è sempre superlativo


Piz Palù e Pizzo Brnina










                    
 Ci godiamo il pomeriggio nella splendida cornice del diavolezza




Fiera dell' outdoor di Friedischafen

Per me era la prima volta in fiera, devo dire che sono rimasto sorpreso dalla quantità di espositori da tutto il mondo. ovviamento non tutti di qualità; belle le ambientazioni di alcune aziende leader.

Stend ADIDAS Friedischafen

E' stata l'occasione per vedere in anteprima alcune interessanti novità sul mercato nel 2012, tipo il moschettone BD con sistema di sicurezza con magneti, molto interessante pur il nuove frno discnsore di CT azienda di casa nostra molto dinamica e con una marcia in più; in sostanza la versione del click-up per mezze corde, da poter usare anche come discensore, veramente interessante.





M. Piccardi, M. Deella Bordella,S.Pedeferri, D. Bernasconi
Il nostro sponsor tecnico Adidas, per il 2012 ha in serbo una collezione variegata sia per look che per fascia di utilizzo; molto bella la linea boulder, ma anche la linea tecnica. I pantaloni mi sembrano molto belli, semplici, puliti come piacciono a me, l'ergonomicità di alcuni capi pare veramnte eccezionale, ed in più ha preso colore!

Bello anche il contesto di festa che si crea attorno ad alcuni eventi.

Matteo Picardi, Daniele Brnasconi, Matteo Della Bordella, Simone Pedeferri

 A lato è stato molto interessante il mercoledi pomeriggio con ADIDAS sia dal punto di vista della miglior conoscenza del prodotto che delle tecnologie che ci stanno deitro, e anche per il punto di vista della filosofia dell' azienda.
Direi un bilancio positivo.


Ah, un'ultima cosa e non per ordine di importanza, l'accoglienza del nostro sponsor è stata oltre ogni aspettativa. Oltre alla location superlativa, la gentilezza e la capacità, di mettere le persone a proprio agio, del team Adidas è stata senza eguali.

Peak District - Aprile 2011


   GAIA simbolo dell' arrampicata sul GRIT STONE!!

 
     Ale alle prese con un classico E1 5b a Stanage

GRIT è un particolare tipo di pietra,
GRIT è un particolare stile,
GRIT è parola magica che evoca immagini di un arrampicata che sfocia quasi in un alpinismo a volte disperato.

GRIT è un fotogramma fisso in testa - il grande Jean-Minh Trin-Thieu che si schianta sullo spigolo basale di GAIA.
GRIT è l’immagine di Seb Grieve che con un incredibile incastro di ginocchio risolve meshuga e alcuni suoi dubbi esistenziali..
GRIT è un sogno che cullo da tempo nel cassetto e a cui non ho mai dato voce…fino ad oggi..

Poi recentemente mi è capitato di leggere tutto d’un fiato “Topo di Falesia” di jerry moffat e la mia curiosità non ha fatto altro che aumentare, a dismisura, la voglia di scoprire, di confrontarsi con un altro modo di arrampicare, la voglia direi di re imparare ad arrampicare.
Jerry Moffat quello smunto climber che negli anni ottanta è stato forse il più forte al mondo, colui che ha innalzato il grado a vista dal 7b+ al 7c+ ; roba da far accapponare la pelle.Il primo a salire un itinerario dove si è dovuto scomodare il mitico grado OTTO A con The Face

Ecco ero proprio curioso di vedere cos’è l’arrampicata in inghilterra, di sfiorare anche solo per qualche breve istante le stesse rocce, di provare ad immaginarmi ed immergermi sui tiri che hanno fatto la storia, si immergermi, perché ogni qual volta stacchi i piedi dal suolo ti ritrovi in una realtà separata dove tutto si dilata, dove le emozioni corrono allo stesso ritmo dei battiti del tuo cuore, sempre più rapidi e sordi mano mano ci si allontana dall’ ultima protezione decente.

E’ con tutte queste domande, aspettative e soprattutto paure che in un caldo giorno di fine aprile con Matteo Della Bordella e mia moglie Alessandra sbarchiamo nel bel mezzo del peak district…del tanto “decantato” clima britannico, fatto di pioggia e nebbia neppure l’ombra; c’è un sole splendente e una temperatura più che primaverile che ci accompagna per tutti e quattro i giorni.
Visitiamo diverse aree, tra le principali del Peak dove, tra le pieghe della roccia si celano veri e propri gioielli d’audacia e difficoltà.
Le loro falesie sono poco più che massi ammonticchiati , distanti anni luce dai canoni delle falesie del resto d’europa.

Sono falesie dove respiri la storia, dove ti vien la pelle d’oca al solo alzare lo sguardo, dove ti si stringe tutto quello che ti si può stringere al sol pensiero di lanciarsi su una via da primo. Falesie vive, con una personalità bene marcata, con un carattere decisamente scontroso!

Non c’è nulla di seriale, ogni linea è una storia a se, su ogni linea puoi trovare l’AVVENTURA…un termine di cui purtroppo ( almeno da noi ) si stà perdendo il significato profondo.


Ho capito, anche se già lo sapevo, che un'altra arrampicata è possibile, un gioco magari per pochi e in cui si deve faticosamente risalire la china delle difficoltà per gradi, con le orecchie basse; ma un gioco che se appreso correttamente può regalare attimi di vivida vita... non è che l'nizio di una nuova avventura...


"The Doors" Cadarese


Cadarese... come primo approcio è una badilata nei denti, soprattutto, se come me non sei tanto avvezzo alle fessure, agli incastri, di ogni tipo... ma poi lentamente, con la giusta dose di umiltà cerchi di reimparare ad arrampicare e anche queste fessure si lasciano salire... così è stato per questo tiro straordinario.

Un muro leggermente strapiombante solcato da una fessura perfetta che circa a metà muore e riparte un po' più sù e un po' più a sinistra e nel mezzo giusto gli appigli e gli appoggi sufficenti per passare...

Una storia lunga 35 mt e una dozzina di tentativi, il tiro più bello ed emozionante che abbia scalato, per il fatto di averlo salito piazzando dal basso le protezioni  (friends e dadi), ma soprattutto perché il giorno in cui l'ho salito c'era Ale alla sicura e con Lei tutta la sua fiducia, la sua passione, la sua grinta ma soprattutto il suo amore.

Adesso The Doors è li incastonato su quella cengia quasi sospesa su un altro mondo... ho avuto la fortuna di aprire la porta e poter sbirciare dall'altra parte... mi si è aperto un mondo tutto da scoprire.

Il grado non lo so, c'è chi dice 7c+ chi 8b... A me, ha richiesto un discreto impegno mentale, ma soprattutto m'ha fatto sognare e questo è quel che più conta.