Le “minchionne” d’or 2013

Di Luca Fauro

Prima edizione - Atto primo
Giorno 5 febbraio

5 gradi, cielo plumbeo, qualche schizzo di pioggia, umidità superiore all’immaginabile: Fauro e Fava si recano a Paderno d’Adda per una pausa pranzo allungata del Fava (il Fauro non ha un lavoro). Al secondo settore la situazione è liquida, quindi i due decidono di scendere fino ai laghetti, nonostante la colpevole assenza del sole, fiduciosi per l’assenza di forti piogge nei giorni passati. Laggiù si convincono con una serie di ragionamenti, che di razionale hanno poco (data l’evidenza che la parete è piena di chiazze umide) che si può fare qualcosa.

Finiscono per “montare” il solito tiro Adrenalina, che parte su saponette per arrivare in uscita a piacevolissime sensazioni d’argilla sotto le dita. L’ideale per godersi l’arrampicata. Nonostante tutto, i due caparbiamente arrivano in continuità alla sezione dura, prendendo le solite bastonate e patendo un freddo micidiale (il Fauro deve lavorarsi duramente il primo passaggio di... 6c!!!).

Tutto questo lo fanno con l’ausilio indispensabile dell’ascugamanino da bidet del Fava, oramai ridotto a una massa informe e marrone, usato qui e là per asciugare sassetti e buchi sulla parete, garantendo cosi la necessaria aderenza a progredire sull’erta parete dell’alpe. La frase della giornata è certamente quella pronunciata a più riprese dal Fava: “beh, dai, è una bella ginnastica”, alla quale il Fauro replica con convinzione: “Eh!”, che sottende: “ma vaffanculo”.

Fauro

Risalendo il sentiero per guadagnare le macchine si raccontano delle previsioni meteo su internet, che nei prossimi giorni non preannunciano niente di buono, che il tempo rimarrà stabile in quel modo, convincendosi infine di aver fatto una mossa affatto assennata, proprio una bella ginnastica in barba alle condizioni atmosferiche avverse che caratterizzeranno i prossimi due giorni.

Giorno 6 febbraio

Ore 10, sole primaverile, finestre di casa spalancate, ventilazione perfetta.
Il Fauro scrive sul computer, il Fava è in ufficio.

Fava

Proposte verticali - Primavera 2013



MARZO


  • Domenica 3 - Cascata di ghiaccio, difficolta 3/4 - Località da definire in base alle condizioni.
  • Mercoledì 6 - Orobik skialp Day - Località da definire in base alle condizioni.
  • Sabato 9 - Cresta Segantini invernale
  • Domenica 10 - Stage arrampicata “Alziamo il Livello”
  • Mercoledì 13 - Orobik SkiAlp Day - Località da definire in base alle condizioni.
  • Sabato 16/Domenica 17 - Stage Alpinismo invernale in Grignetta 
  • Mercoledì 20 - Orobik SkiAlp Day - Località da definire in base alle condizioni.
  • Sabato 23/Domenica 24 - Stage “Alziamo il Livello” Finale Ligure
  • Mercoledì 27 - Orobik SkiAlp Day - Località da definire in base alle condizioni.



MARZO/APRILE

  • Sabato 30/Domenica 31/Lunedi 1 - Stage Goulottes a Chamonix
  • Sabato 6 - Corso Arrampicata outdoor base
  • Domenica 7 - Stage “Alziamo il Livello” Val Masino
  • Mercoledì 3 - Uscita pomeridiana nelle falesie Lecchesi
  • Sabato 13 - Corso Arrampicata outdoor base
  • Domenica 14 - Stage “Alziamo il Livello” località da definire
  • Mercoledì 10 - Uscita pomeridiana nelle falesie Lecchesi
  • Lunedi 15 - Traversata Sciistica Monte Bianco, da punta Helbronner a Chamonix
  • Mercoledì 17 - Uscita pomeridiana nelle falesie Lecchesi
  • Sabato 20/Domenica 21 - Corso Arrampicata Base falesie Conca della Presolana
  • Da Giovedì 25 a Domenica 28 - Stage arrampicata Trad Peak District

MAGGIO

  • Da Mercoledì 1 a Domenica 5 - Traversata sci alpinistica Oberland
  • Mercoledì 8 - Uscita pomeridiana nelle falesie Lecchesi.
  • Sabato 11/Domenica 12 - Stage Arrampicata “Alziamo il Livello” Conca della Presolana.
  • Mercoledì 15 - Uscita pomeridiana nelle falesie Lecchesi.
  • Sabato 18/Domenica 19 - Stage a tutto Trad, arrampicata in fessura  a Cadarese.
  • Mercoledì 22 - Uscita pomeridiana nelle falesie Lecchesi.
  • Sabato 25/Domenica 26 - Arrampicare sulla Luna, vie lunghe in Presolana.
  • Mercoledì 29 - Uscita pomeridiana nelle falesie Lecchesi.

GIUGNO

  • Sabato 1/Domenica 2 - Stage vie lunghe in Dolomiti.
  • Sabato 8 - Corso Alpinismo Ghiacciaio Morteratsch.
  • Domenica 9 - Stage Arrampicata Alziamo il livello.
  • Sabato 15/Domenica 16 - Corso Alpinismo, ascensione Pizzo Cassandra.
  • Da Lunedi 17 a Domenica 23 - Settimana verde al Rifugio Carlo Porta - Grignetta.
  • Sabato 29/Domenica30 - Pizzo Badile Spigolo Nord.

Cosa serve



  • Imbracatura
  • Scarpette da arrampicata
  • Casco
  • Per chi ne è sprovvisto: Imbraco, scarpette e casco verranno forniti dalla Guida.

    Info e prenotazioni

    Matteo Piccardi – Mountain Guide (+39) 329.7790265 matteoguida@yahoo.it

    Il vertice della parabola

    ...omaggio a un uomo che con il suo Alpinismo irripetibile, mi ha fatto e mi fa sognare.



    Fermiamoci. Facciamo silenzio. Buttiamo ciò che inquina la mente e il cuore. Non possiamo tornare puri? Allora guardiamo all'ultimo “puro folle” e ascoltiamo le parole di Gian Piero Motti: «Un'impresa fantastica, degna della grande tradizione non solo dell'alpinismo ma di tutta l'Avventura umana nel senso più ampio». Renato Casarotto, dal 1° al 15 febbraio 1982, non pensava ad un “concatenamento”, come si dice oggi. Sotto la sua azione stava ben altro, un pensiero estraneo al fatto sportivo. Renato ha raggiunto quota 4810 – un numero ma anche un simbolo, un mito, un libro di storie – per la via più ardua, da solo, in inverno. Si è mosso sulla roccia e sul ghiaccio, si è mosso nel presente e nel passato ed ha esaurito il futuro in due settimane: Ratti-Vitali sulla parete ovest dell'Aiguille Noire, discesa per il versante nord, Gervasutti-Boccalatte sul Pic Gugliermina e poi Bonington sul Pilone Centrale (tutte salite a lui sconosciute, vissute per la prima volta in quella dimensione che, nel silenzio siderale del selvaggio Frêney, le ha fuse in un'esperienza senza eguali). Le parole di Renato valgono più delle nostre: «Ho raggiunto la cima del Bianco quasi senza rendermene conto, nella nebbia fittissima. Erano le 12 e 10 e l'altimetro segnava 5000 metri. Da ovest stava arrivando il finimondo: ho scavato una buca nella neve e ho aspettato. Secondo la mia logica non c'era altro da fare. Ho bivaccato ed è stata una delle notti più dure di tutta la mia carriera alpinistica. Sul Bianco, per la particolare posizione del massiccio, quando arrivano le grosse perturbazioni da ovest sembra di essere nell'occhio del ciclone» (Rivista della montagna, n.51). Qualcuno, dopo, si scandalizzò, urlò “salita fuori moda”, guardò di traverso i quindici giorni di solitudine (troppi, si sentiva dire…) e non comprese che ciò che stava davanti agli occhi di tutti era un unicum irripetibile, un'opera d'arte che non poteva essere eguagliata, una linea continua dalla base alla vetta finita nel libro delle cose belle: quello che, purtroppo, sembra far paura. E allora non lo si apre mai, lo si conserva da qualche parte e, alla fine, ci si dimentica di ciò che contiene. Tanto che, quando a Stéphane Benoist, Patrick Pessi e Patrice Glairon-Rappaz, dal 19 al 28 febbraio 2003, riuscì la Super integrale di Peutérey, ci fu chi la definì «senza alcun dubbio l'itinerario più difficile mai percorso per raggiungere il tetto d'Europa», dimenticando la gigantesca scalata del 1982. Lo abbiamo già scritto, sì, e lo ripetiamo. Ma non per sminuire l'impresa dei tre fuoriclasse francesi (davvero straordinari, tanto sulle Alpi quanto in Himalaya) ma per sottolineare la portata dell'azione di Casarotto, inserita in un quadro simbolico che, andando al di là dell'alpinismo, coinvolge l'uomo nella sua integrità. È lo stesso Renato a spiegarcelo: «Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro vi sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto tutto me stesso, nel bene e nel male». E quando Roberto Mantovani ed Enrico Camanni andarono ad intervistarlo, pochi giorni dopo il suo allucinante viaggio, trovarono «un Renato più fanciullo e visionario che mai, ancora proiettato con tutto il suo essere in quell'impresa tanto più grande di lui. Aveva la strana serenità dei reduci appena sbarcati da un altro mondo» (Enrico Camanni, Alp, n.138).

    Courtesy Carlo Caccia

    Una delle più belle ed emozionanti serate a cui abbia avuto la fortuna di partecipare


    http://vimeo.com/58834812