Sasso Cavallo -Oppio All Free

Da un po' di tempo mi frullava in testa l'idea di andare a verificare personalmente i due passi di artificiale sulla Oppio al Sasso Cavallo.

Il giardino di roccia...
Leggo e rileggo la relazione, parlo con Gerri che ne aveva tentato la libera anni fa...
Metto via informazioni e lascio il tutto a maturare per benino.


Poi martedi porto Valentina per la prima volta ad arrampicare in Grigna, siamo solo io e lei,è una giornata bellissima, assaporiamo insieme la felicità di arrivare sulla sua prima "vetta", nei suoi occhi di bimba scorgo una felicità e una luce nuova.


Scendendo verso il Porta, ripenso alle risate, ai sorrisi, agli attimi appena trascorsi con Vale...e un irresistiblie voglia di montagna mi assale, inarrestabile.

Ho voglia di Sasso Cavallo, di camminare, di faticare sino a raggiunerne le radici, la sua base dove arroccato come un nido d'aquila, stà l'angusto spazio del "bivacco", base di partenza per le vie della parete.

Mando un paio di sms ad alcuni ragazzi dell' Accademy potenzialmente interessati alla cosa, Riky mi risponde prontamente e positivamente. è super entusiasta di andare al Cavallo.


Riccardo è un ragazzo di diciannove anni con un entusiasmo a palla e una voglia di fare contagiosa, sono proprio contento di ritrovarmi a camminare con lui verso la parete delle pareti, ( per le Grigne ben inteso ) e di condividere con lui questo sogno.
La temperatura è ottima, c'è un aria frizzante non usuale per il mese di giugno ma perfetta per scalare!

Ormai son sempre più vizziato...dopo la cammellata ci meritiamo uno spuntino, cogliamo anche l'occasione per aspettare l'arrivo del sole, così da scalare al calduccio. La giornata si preannuncia bellissima e senza l'ombra minacciosa di temporali improvvisi, cosi la prendiam comoda.


Incominciamo ad arrampicare alle 11 circa, nonostante Riccardo sia alla sua prima esperienza su di una via cosi lunga e su una parete cosi grande, dopo un primo tiro di rodaggio prende la giusta confidenza con l'ambiente; arriviamo veloci al terzo tiro che è ancora da liberare, sistemo la sosta rinforzandola con un friends, poi parto per il giro di ricognizione, le protezioni sono ottime, la roccia super!


Arrivo circa a metà tiro, riconosco, dai racconti, i due chiodi dove ancora si passa in artificiale, provo a forzare più volte il passaggio direttamente, si fa ma è duro, difficilissimo da impostare l'equilibrio, appigli fuori asse rispetto agli appoggi, provo e riprovo. Alla fine mi appendo.

Da appesi si ha un altra prospettiva, quella del salame...a volte basta saper guardare meglio per scovare la soluzione al rebus; é così che meditando sul da farsi a penzoloni nel vuoto, intravedo forse a destra qualcosa simile a degli appigli e a degli appoggi, allora mi dico, forse si fa!


Scovo un verticale di mano destra, spazzolo due appigli, sistemo i chiodi, riparto, provo i movimenti...si passa senza grossi patemi, fuori dalla linea dei chiodi, su di una roccia da sogno!!!

Mi faccio calare in sosta dove Riky mi supporta a mille incitandomi!

Sfilo le corde, slaccio le scarpette ( oggi ho quelle delle grandi occasioni ) tiro un goccio d'acqua. Scambiamo due battute e riparto gasatissimo per la meraviglia di tiro che sto per scalare. arrivo nuovamente ai due chiodi, rinvio le corde e vado verso il nostro sogno a tutta birra!



Con dei movimenti bellissimi proseguo in arrampicata libera senza soluzione di continuità su questo tiro da antologia, sino alla sosta soprastante!

Riccardo mi raggiunge in sosta, il suo "bravo" mi giunge fino al cuore, sono felicissimo ed emozionato per aver realizzato e condiviso con lui questo piccolo sogno.
La via, ora prosegue lungo una ben strutturata teoria di diedri e fessure fino in vetta, mai scontata, mai banale.


Dobbiamo ancora affrontare tiri di VIII-/VIII ° (6c+/7a) dove si deve saper scalare per salire in libera; mano a mano saliamo, ci rendiamo conto di cosa seppero fare Nino Oppio e il suo compagno Oreste Dell'era  in quei quattro giorni dal 14 al 18 agosto del 1938 disegando una via tra le più belle delle Grigne e non solo, arditissima e di una logicità sconvolgente che vince la parete sud est del Sasso Cavallo insinuandosi con maestria assoluta tra liscissime placche e strapiombi. Il tutto su una roccia da sogno! Non un metro di roccia marcia, si qualche cosa quà e là suona un po' a "vuoto" ma bazzecole!


Filiamo sempre più in alto,veloci, sulla cengia a due terzi di parete si alza il vento giusto per avvisarci che siamo quasi in cima, per avvisarci che questo teorema di fessure perfette, strapiombi e diedri ormai è agli sgoccioli e il nostro sogno sta per compiersi...

In una bellissima luce sbuchiamo sui prati sommitali, lo sguardo e lo spirito sono già rivolti altrove verso altre pareti verso altre linee da salire in punta di piedi...


Un grandissimo grazie a Riccardo Fumagalli ( il giovane ) per la fiducia cieca e l'ottima compagnia!




Per una ripetizione:

Noi abbiamo portato una selezione di Alien dal Blu al nero
Fettucce per allungare i chiodi ed evitare atriti, qualche kevlar
2 corde da 50m

buona la relazione di LarioRock Pareti.










La Fiamma - Pinnacolo di Maslana

Questa settimana avevo in programma nella zona di Massa, un corso di fornazione per i lavori su corda...

Sabato una telefonata improvvisa, mi avvisa che il corso è rimandato a data da destinarsi causa terremoto...

Le previsioni danno bello e zero termico a una quota accettabile...io non sono in forma come vorrei perchè reduce da due mesi di stop forzato causa epicondilite al gomito sinistro...ma la voglia di montagna è alle stelle!

cosi domenica faccio una telefonata a Fabio e in un batter d'occhio mi ritrovo con un socio per scalare lunedi, ma la meta è indefinita.

Ci diamo appuntamento al Bione verso le otto, quindi niente levatacce!

Suona la sveglia e non so perchè ma in testa mi ronza il ritornello di una canzone popolare delle mie valli..." ...vieni a maslana con me..." e cosi ecco decisa la meta!

Mando un sms all' ancora ignaro Palma et voillà il gioco è fatto!

Sono esattamente dodici anni che non vengo da queste parti, l'ultima volta avevo liberato "Vento Beffardo" con Marco Vago era l'autunno del 2002...



Perchè proprio al Pinnacolo? Beh fondamentalmente perchè quando ho visto su Planetmountain la news e le foto della via "La Fiamma", il primo pensiero è stato "devo andare a farla!"

Cosi ho tirato il pomello del cassetto dei sogni e sono partito.

La salita me la ricordavo ripida...non si è smentita...Maslana lo ricordavo come un luogo paradisiaco, deturpato dai piloni dell'enel non è cambiato di una virgola...forse solo la traccia che porta al Pinnacolo è diventata più marcata, in questi dodici anni di assenza.

Venendo a noi...abbandoniamo la scomodità del mio Doblò e ci lanciamo all'insù sul ripido che sembriam due scappati di casa...

Rituali e preparativi ormai consolidati da anni di arrampicata, ripetitivi, quasi monotoni ma mai uguali e ogni volta forieri di nuove avventure, di nuove emozioni.

Parte Fabio sul primo tiro, un buon risclado, poi mi cede il "comando", ora la via è tutta mia tutta da scalare a vista; è per quello che siam qua, non per altro.


Cosi dopo un classico ma bellissimo tiro di 6b, iniziano le difficoltà.

La sequenza dei tiri che mi aspetta è interessante, insomma un bel test per dita e piedi.

Infilo subito a vista il primo tiro "duro" fabio mi raggiunge in sosta esaltato dall' ambiente e dalla scalata, io sono galvanizzato.



La roccia è lavoratissima e ti consente spesso un buon scarico sui piedi, la linea è veramente bella, segue con inteligenza, la logica sequenza di appigli e appoggi insinuandosi su uno scudo rosso strapiombante.

Il vento fresco da nord est mi regala condizioni di ottima aderenza, così avanzo a vista sul tiro successivo fino in cengia.

Da qui parte la sezione più difficle della via, con due tiri di 7c+ e uno di 7b+.


 Ci riposiamo un momento beviamo qualcosa.

Sono pronto, vado determinato a non lasciarmi soppraffare dalla gravità, sbuffo su un paio di appigli stringo e...sosta!!! andato a vista anche questo tiro.


Il successivo lo sbaglio a vista a un fix dalla fine per un nonnulla...ma tant'è la vista non lascia che una sola chance.

Mi calo in sosta, due minuti, giusto il tempo di sistemare le corde e mi ritrovo di nuovo al punto di prima. stavolta piglio la tacca e non lo svaso mezzo cm più su, il piede è solido e sta, in men che non si dica sono in sosta.

Recupero Fabio, gasatissimo dalla scalata.
Sono felicissimo nonostante non abbia fatto il tiro a vista ma solo al secondo giro; per me è comunque un test importante dopo due mesi di stop forzato.

Ora sopra di noi l'ultimo tiro difficile, parto pensando di scalare un tiro normale, bello ma normale, ed invece questa settima lunghezza si rivelerà la più bella ed estetica dell' intera via, per nulla scontata, un arrampicata tecnica tra diedro e spigolo. Bellisssimo, la cigliegina sulla torta.


L'onore dell'ultimo tiro lo lascio a Fabio, anche quà ci meravigliamo della bellezza della roccia.

Siamo in cima. Guardo avidamente le "mie" montagne,i luoghi a me tanto famigliari ma che non vedo da anni, respiro, sorrido, mi godo il vento teso e freddo sul viso...mi sento nuovamente a casa.