Accademy - Ice trip

Con l'inverno e i suoi "rigori" arriva anche il tempo di riaffilare le bekke e gettarci all' inseguimento di questi sogni effimeri, sospesi qua e là a striare vertiginose pareti di roccia!

Il percorso dell' Accademy volge al termine con quest' ultimo modulo dedicato all' arrampicata su ghiaccio e al drytooling.

Per l'occasione ci trasferiamo in territorio elvetico, per la precisione nel paese delle candele - Kandersteg.

Kandersteg, si trova nel canton e è uno dei luoghi più rinomati per l'ice climbing, sia per la bellezza delle linee che qui vi si trovano, sia per la quantità di cascate tutte di prima classe.

un brusco risveglio...

Inoltre in quest' area esistono infinite possibilità per l'arrampicata su misto (drytooling) sia mutipitch che falesie con lunghezze per tutti i gusti.

Questo modulo vede coinvolti cinque ragazzi di cui tre "veterani" e due new entry; Paolo, Luca e Marco, sono al termine del loro percorso formativo; in questi mesi con loro abbiamo vissuto delle bellissime giornate in montagna ed insieme abbiamo imparato a muoverci con più sicurezza e maggior coscienza.

Con Dimitri e Maurizio, il discorso è un po' diverso, per questa occasione abbiamo voluto invitarli come ospiti per tastare il loro "polso" per il futuro.

Special guest della due giorni Silvan Schupbach, local, specialista del ghiaccio e del misto e allenatore della squadra svizzera di arrampicata su ghiaccio e misto.

Il primo giorno, dopo una partenza da Lecco mattutina, un viaggio abbastanza lunghetto, sbuchiamo dal tunnel ferroviario della Lotchental verso le 8:40. abbiamo un oretta scarsa per acquistare un po di cibarie per la giornata. alle 9.30 puntuale come uno svizzero si presenta Silvan.

Ci propone in questa prima giornata una falesia di misto a Ueschenen, una valle bellissima che raggiungiamo dopo una specie di autorodeo su per una stradina innevata tutta curve e tornanti. va beh alll'andata tutto ok, al ritorno ci pensiamo poi.


Camminiamo un buon 45' poi siamo sotto alla falesia! Paura! un tetto a 45/50° costellato di stalattiti...ma come cazzo facciamo a salire da li???

Alle prese con le frange...
Fortunatamente gli strapiombazzi li prenderemo in esame più tardi, per ora ci dedichiamo ad un lavoro più tecnico, incentrato sull' uso degli attrezzi in aggancio e in incastro.

Dopo un ottima spiegazione di Silvan proviamo anche noi a far scintille sulla roccia!






Mauri anche se è nuovo del gruppo, si trova subito a proprio agio e parte per un M8 di riscaldamento , che si beve alla goccia...lo seguo, spinto più da un misto di orgoglio e fifa di cadere, che da una reale capacità tecnica o dalla "pompa"...

Il Mauri Tasca detto "il bocia" stringe i dentie non solo,
salendo magistralmente TwinsTower al secondo giro M10 

Da Premana con furore...Gianola si difende alla grande

Dopo questo primo tiro io sarei già pronto per il bar...ma in svizzera non si usa così!

Luca Gianola alle prese con un bellissimo tiro di misto 

Silvan, ormai trasformato in fustigatore di bicipiti, dorsali e gran rotondo, continua impietoso sino al calar delle tenebre a propinarci tiri di misto bellissimi...per finire il maledetto svizzero si inventa pure una gara di trazioni con lo zaino...ma va a ciapà i rat!





Rientriamo che è già buio, andiamo a rifornirci di birrette per la serata ormai imminente e poi shining hotel!

Dedicata a chi non c'era perchè era stanco!
Day two.

Dopo una sana dormita ci alziamo...screncati abbestia...

per fortuna oggi il programma prevede una giornata di sola arrampicata su ghiaccio e didattica!

Dopo un briefing sulla gestione degli avvicinamenti, come valutare la qualità del ghiaccio, come e dove chiodare ecc. ci dirigiamo verso il muro dell' Oeschinenwald da dove precipitano immobili numerose colate tra le più classiche di Kandersteg.

Ci dividiamo in due gruppi e lavoriamo sulle corrette tecniche di progressione e sulla gestione della cordata e delle manovre.

La giornata è ricca di spunti per tutti, i ragazzi dopo un approccio un po' timido, si lasciano coinvolgere nei vari lavori che proponiamo loro.


Con Maurizio verso metà pomeriggio mi stacco dal resto del gruppone e andiamo a fare una corsa su Arbonium, la classica del settore.




Come nella miglior tradizione anche oggi rientriamo alle macchine al calar del buio, ma la giornata è stata ricca di soddisfazioni e spunti per tutti!

Ci ritroviamo al bar Ermitage giusto per una meritata birra e quattro chiacchiere, per raccogliere gli "umors" dei ragazzi e salutarci con Silvan.

Questi due giorni sono "volati", il magico mondo dell'acqua rappresa, regala sempre emozioni uniche, questa nostra esperienza volge al termine, con uno sguardo a trecentosessantagradi sul futuro prossimo.

Un grandissimo grazie innanzitutto ai ragazzi che ci hanno accompagnato in questi mesi e con cui abbiamo condiviso bellissime giornate tra le montagne, al Gruppo Ragni della Grignetta, in particolare al consiglio e al presidente Fabio Palma, al CAI Lecco nella persona del suo Presidente Emilio Aldeghi che hanno creduto in questo progetto.

Al prossimo anno! e nel dubbio allenarsi abbestia!



PATAGONIA - VUELTA DEL CERRO TORRE


L’avventura patagonica può essere vissuta anche in orizzontale, come una straordinaria traversata.
E più ancora delle cime salite, e poi ridiscese, si può vivere la stupefacente immensità di questa regione, fatta di lunghi spazi orizzontali e di incredibili appicchi verticali.
Lo Hielo Continental, o meglio Hielo Patagonico è situato all'estremità australe del Sud America. Geograficamente si trova fra Argentina e Cile, geograficamente si estende approssimatamene fra il 46° e il 52° parallelo di latitudine sud ed è diviso in due zone distinte, lo Hielo Patagonico Norte e quello Sur.
Il nostro itinerario si svolge nella parte Sur e compie un tour completo intorno al Fitz Roy ed al Cerro Torre. Per la loro posizione geografica queste montagne sono famose per l’inclemenza del tempo, le perturbazioni che arrivano dall'oceano Pacifico scaricano la loro forza sulla cordigliera.  La traversata in sé non richiede particolari doti alpinistiche ma una capacità di movimento su ghiacciaio, una buona resistenza fisica e psicologica. Un’esperienza unica nel suo genere adatte a persone motivate e consapevoli delle difficoltà di questo itinerario in zone di isolamento totale.
Il viaggio è accompagnato da Matteo Piccardi e Giovanni Ongaro, guide alpine e componenti del gruppo Ragni di Lecco.
Questo itinerario permette, con condizioni meteo favorevoli, di poter osservare la parete ovest del Cerro Torre, teatro della storica “Via dei Ragni” del 1974.

Programma di viaggio dal 13 al 28 gennaio 2014

1° giorno: 13 gennaio

Partenza per Buenos Aires
Partenza da Milano Malpensa con volo di linea Iberia per Madrid alle ore 18,55. Arrivo a Madrid alle ore 21,20 e proseguimento con il volo di linea Iberia per Buenos Aires alle ore 00,30.

2° giorno: 14 gennaio

Arrivo a Buenos Aires – El Calafate
Arrivo all’aeroporto internazionale di Ezeiza alle ore 09,10, disbrigo delle formalità doganali e incontro con la guida per trasferimento all’aeroporto nazionale per la partenza con il volo per El Calafate.
Arrivo e trasferimento in Hotel. Pernottamento.

3° giorno: 15 gennaio

El Calafate – El Chalten
Partenza con bus turistico per El Chalten  (ca. 4 ore). Arrivo e trasferimento in Hotel.
Tempo a disposizione. Pernottamento in Hotel.

4° giorno: 16 gennaio

El Chalten
Giornate a disposizione per un primo trekking.
E’ possibile valutare in funzione della preparazione dei partecipanti e delle condizioni meteorologiche la possibilità di compiere la traversata :Passo Marconi, Circolo degli Altari e Passo del Vento.
Oppure si può effettuare un trekking ai campi base (Cerro Torre – Fitz Roy etc..) tenendo come base di partenza sempre El Chalten
Pernottamento in Hotel.

5° giorno: 17 gennaio

El Chalten inizio del trek
Da El Chalten trasferimento in pulmino al ponte sul Rio Elettrico. Inizio del trekking sino al Rifugio Los Troncos. Pernottamento al campo.

6° giorno: 18 gennaio

Passo Marconi
Partenza dal Rifugio Los Troncos costeggiando il Lago Elettrico sino al Ghiacciaio Marconi si raggiunge il Passo Marconi. Pernottamento al campo.

7° giorno: 19 gennaio

Circo De Los Altares
Partenza dal Passo Marconi si entra nell'immensità dello Hielo Continental e si prosegue per il Circolo De Los Altares, spettacolare anfiteatro ai piedi del Cerro Torre, dove tempo permettendo si può ammirare la via di salita dei Ragni di Lecco sulla parete ovest.
Pernottamento al campo ai piedi del Cerro Rincon.

8° giorno: 20 gennaio

Laguna Ferrari
Dal campo si prosegue sullo Hielo Continental verso sud, uscita dal ghiacciaio e proseguimento alla laguna De Los Esquies.
Proseguimento su morene si giunge alla Laguna Ferrari. Pernottamento al campo.

9° giorno: 21 gennaio

Campo Laguna Toro
Partenza dalla Laguna Ferrari si sale al Passo del  Viento (1550 m.) dove la vista si perde nell'immensità dello Hielo Continental. Proseguimento attraversando la lingua terminale del ghiacciaio Tunel e guadando l’omonimo fiume per arrivare al campo della Laguna Toro.
Pernottamento al campo riparato dal bosco di lengas.

10° giorno: 22 gennaio

El Chalten
Partenza dalla Laguna Toro attraverso la verde valle del Rio Tùnel e la Loma del Pliegue Tumbado.
Nel tardo pomeriggio rientro a El Chalten. Cena e pernottamento in Hotel.

11° giorno: 23 gennaio

El Chalten
Giornata di riserva.
Pernottamento in Hotel.

12° giorno: 24 gennaio

El Chalten – El Calafate
Mattina a disposizione a El Chalten. Nel pomeriggio trasferimento in bus turistico a El Calafate (4 ore c.a.) e sistemazione in Hotel. Pernottamento.

13° giorno: 25 gennaio

Escursione al Perito Moreno
Giornate dedicata all'escursione al ghiacciaio Perito Moreno, uno spettacolo naturalistico fra i più conosciuti del Sud America. Nel pomeriggio navigazione di avvicinamento lungo il fronte del ghiacciaio
Pernottamento in Hotel.

14° giorno: 26 gennaio

El Calafate – Buenos Aires
Trasferimento in aereoporto e partenza con il volo per Buenos Aires.
Pernottamento in Hotel.

15° giorno: 27 gennaio

Buenos Aires – Rientro in Italia
In serata trasferimento in aeroporto per la partenza del volo di linea Iberia per Madrid alle ore 22,50.

16° giorno: 28 gennaio

Arrivo in Italia
Arrivo all'aeroporto di Madrid alle ore 14,40 e proseguimento con il volo di linea Iberia per Milano alle ore 15,50. Arrivo all'aeroporto di Milano Malpensa alle ore 18,10.

Quote individuali di partecipazione

Base 10 partecipanti Euro 3.450,00
Tasse aeroportuali e fuel surcharge Euro 540,00
(da riconfermare all'emissione dei biglietti aerei)
Assicurazioni annullamento/bagaglio/sanitaria Euro     70,00

Le quote di partecipazione includono

  • Voli di linea Iberia da Milano Malpensa a Buenos Aires e ritorno (via Madrid), in classe economica
  • Voli di linea Lan Airlines interni in Argentina indicati in programma, in classe economica
  • Trasferimenti privati da/per gli aeroporti e Terminal dei bus
  • Trasferimenti in bus turistici collettivi da El Calafate a El Chalten e ritorno, come indicato in programma
  • Pernottamenti in camera doppia standard in Hotel 3* a El Calafate, El Chalten e Buenos Aires
  • Pernottamento in tenda durante i giorni di trekking a El Chalten
  • Trattamento di sola prima colazione
  • Escursione al Perito Moreno, con guida locale parlante italiano
  • Tende, sacco a pelo e materassino
  • Ingresso ai parchi, ai musei e ai luoghi d'interesse turistico, indicati in programma
  • Polizza “Viaggi Rischio Zero”, Unipol Assicurazioni
  • Guida Ed. Polaris e kit da viaggio
  • Guide alpine dall'Italia (Matteo Piccardi e Giovanni Ongaro)

Le quote di partecipazione non includono

  • Tutte le tasse aeroportuali (attualmente circa 540,00 euro)
  • Eventuali tasse aeroportuali locali (attualmente non previste)
  • Assicurazioni (bagaglio/sanitaria/annullamento, Allianz Assistance, Euro 70,00)
  • Escursioni e visite facoltative oltre a quelle indicate nel programma
  • Pasti non indicati, bevande, mance e tutto quanto non sopra specificato. 

INFORMIAMO CHE...

Particolari condizioni di ritardi o cancellazioni dei voli interni, problemi di viabilità, danni meccanici ai mezzi di trasporto possono determinare variazioni nello svolgimento dei servizi previsti e possono essere modificati a discrezione dei vari fornitori locali con servizi di pari categoria o di categoria superiore.
Il verificarsi di cause di forza maggiore quali scioperi, avverse condizioni atmosferiche, calamità naturali, disordini civili e militari, sommosse, atti di terrorismo ed altri fatti simili non sono imputabili all'organizzazione. Eventuali spese supplementari e prestazioni, che per tali cause dovessero venir meno, non potranno pertanto essere rimborsate. Inoltre l'organizzazione non è responsabile del mancato utilizzo di servizi dovuto a ritardi o cancellazioni dei vettori aerei.
Earth protegge i propri clienti con la Polizza “Viaggi Rischio Zero” (Unipol Assicurazioni). La garanzia copre le maggiori spese incontrate dall'assicurato a seguito di eventi fortuiti e di forza maggiore verificatisi dopo la partenza del viaggio e che provochino il rientro anticipato o la modifica del viaggio per l'impossibilità di portarlo a termine così come programmato. Sono esclusi dalla garanzia gli esborsi causati da eventi conosciuti con un anticipo di almeno 2 giornate lavorative rispetto alla partenza del viaggio organizzato.

Le prestazioni di Polizza e le Condizioni Generali di Contratto di Vendita di Pacchetti Turistici (Dec. Leg. N° 111 del 17.03.95 della Direttiva CEE 90/314) sono riportate nel sito www.earthviaggi.it.

Quote di partecipazione

Le quote di partecipazione indicate sono espresse in Euro e intese per persona e sono state calcolate in base al cambio valutario: 1 Euro = 1,36 USD. Una variazione del tasso di cambio indicato che dovesse verificarsi entro 20 giorni dalla data di partenza, determinerà una revisione delle quote.
Le tariffe aeree sono state calcolate in base ad una specifica classe di prenotazione di gruppo della compagnia aerea indicata e in partenza da Milano.
Le quotazioni alberghiere sono riferite agli hotel indicati.
Sono escluse dalla “quota di partecipazione” le tasse aeroportuali e l’eventuale sovrapprezzo carburante (fuel surcharge). Essendo tali costi estremamente variabili, sono indicati all'atto della prenotazione e verranno riconfermati all'emissione del biglietto aereo.

Recesso del consumatore (Penalità)

In base alle Condizioni Generali di Contratto pubblicate da pag. 160 a pag. 163 del catalogo “Perù e Sud America, India e Himalaya, Asia e Africa” – viaggi 2013/2014, al consumatore che receda dal contratto prima della partenza, fatta eccezione per i casi elencati al primo comma dell'articolo 9 (delle Condizioni Generali di Contratto di vendita di Pacchetti Turistici) e indipendentemente dal pagamento dell'acconto previsto dall’articolo 7, 1° comma (delle Condizioni Generali di Contratto di vendita di Pacchetti Turistici) e tranne ove diversamente specificato in seguito e/o in fase di conferma dei servizi, saranno addebitati a titolo di penale:
  • Il premio della copertura assicurativa: Euro 70,00 per persona;
  • Il premio della copertura assicurativa: Euro 70,00 per persona;
  • Eventuali costi di gestione pratica;
  • Le seguenti percentuali sulla quota viaggio: 
    • fino a 30 giorni prima della partenza: 25% della quota di partecipazione
    • da 29 a 20 giorni prima della partenza: 35% della quota di partecipazione
    • da 19 a 14 giorni prima della partenza: 50% della quota di partecipazione 
    • da 13 a 5 giorni prima della partenza 75% della quota di partecipazione
    • oltre tale termine: 100% della quota di partecipazione
Oltre alle penalità relative alla biglietteria aerea (tariffe speciali, instant purchase, low cost e voli di linea).
Si precisa che:
  • il riferimento è sempre ai giorni “di calendario”;
  • per determinate destinazioni, per particolari servizi, per i gruppi precostituiti e per determinate combinazioni di viaggio, le penali sopra riportate, potranno subire variazioni anche rilevanti;
  • per determinati servizi turistici e non turistici le penali possono essere del 100% già al momento della proposta irrevocabile o della prenotazione/conferma da parte del tour operator; tali variazioni saranno indicate nei documenti relativi ai programmi fuori catalogo o ai viaggi su misura o a viaggi e servizi in genere non rientranti pienamente o parzialmente nel presente catalogo;
  • in ogni caso, nessun rimborso spetta al consumatore che decida di interrompere il viaggio o il soggiorno per volontà unilaterale.

Assicurazioni

Il costo del pacchetto assicurativo, comprensivo di diritti e imposte, da versare all’atto della prenotazione ammonta a Euro 70,00 per persona. Le coperture assicurative prevedono:
  • Garanzia Annullamento Viaggio AGA/ALLIANZ ASSISTANCE
  • Assistenza Sanitaria e Rimborso spese Mediche AGA/ALLIANZ ASSISTANCE Interassistance 24 ore su 24 (capitale assicurato Euro 10.000,00)
  • Assicurazione Bagaglio AGA/ALLIANZ ASSISTANCE (capitale assicurato Euro 500,00)
  • Polizza “Viaggi Rischio Zero” UNIPOL ASSICURAZIONI.
Un estratto delle Condizioni Generali di Assicurazione è pubblicato da pag. 160 a pag. 163 del catalogo “Perù e Sud America, India e Himalaya, Asia e Africa” – viaggi 2013/2014.
La garanzia annullamento assicura viaggi fino ad una quota individuale di partecipazione di € 4.000,00. Per i viaggi con quota di partecipazione da € 4.000,00 a € 6.000,00 il costo sopra esposto deve essere aumentato di € 32,00. Per viaggi con quota individuale di partecipazione superiore ad € 6.000,00 si applica una maggiorazione che verrà comunicata al momento dell'iscrizione al viaggio. Il costo del pacchetto assicurativo non è rimborsabile.
Le coperture assicurative sopra descritte possono essere integrate, su richiesta specifica del Cliente, con l’acquisto di una polizza individuale GLOBY® al fine di:

  • elevare il massimale Spese di Cura (Globy Rosso o Integrazione Spese Mediche)
  • estendere la copertura Annullamento Viaggio già inclusa nella programmazione alle rinunce per qualsiasi motivo oggettivamente documentabile (Globy Giallo)
  • elevare il massimale Bagaglio (Globy Bagaglio)
  • sottoscrivere una copertura Infortuni di Volo (Globy Blu) o Infortuni di Viaggio (Globy Infortuni).

Per maggiori informazioni circa le condizioni di assicurazione e le tariffe dei prodotti GLOBY visitate il sito www.globy.it La garanzia Annullamento Viaggio deve essere richiesta al momento della prenotazione.

Modulo iscrizione al viaggio

Per rispettare le procedure di prenotazione e garantire la regolare conferma dei servizi, oltre che per emettere le polizze previste e i biglietti aerei, occorre che Earth Cultura e Natura sia in possesso dei riferimenti specifici indicati nel passaporto del passeggero.

Biglietto elettronico (e-ticket)

E’ ormai obbligatorio emettere il biglietto elettronico in sostituzione al biglietto tradizionale, cartaceo. Le procedure di prenotazione rimangono invariate, ma è indispensabile conoscere i dati indicati sul passaporto del passeggero. Gli estremi della prenotazione saranno stampati su carta semplice e trasmessi al passeggero con i documenti di viaggio, oppure via posta elettronica, via fax o posta ordinaria. Indicando al personale dei banchi check-in della compagnia prescelta, il proprio nome e cognome e la destinazione del volo, con il proprio passaporto, vi verrà consegnata la carta d’imbarco.

Documenti per l’espatrio

ARGENTINA Passaporto con validità residua di 6 mesi
Il passaporto deve essere firmato dall'intestatario nell'apposito spazio nella pagina dei dati e, al momento della partenza, deve avere una validità non inferiore a quella indicata. La nostra organizzazione mette a disposizione sul sito www.earthviaggi.it una serie di informazioni relative ai documenti necessari per l’ingresso nei diversi Paesi. Poiché non si tratta di fonte ufficiale e poiché la normativa non è chiara ed è soggetta a frequenti modifiche, onde evitare inconvenienti nei luoghi di partenza, di transito e di arrivo, invitiamo a controllare personalmente presso le Autorità competenti e con largo anticipo, che i propri documenti siano in regola per il viaggio.

Disposizioni sanitarie

www.earthviaggi.it















Perle di ghiaccio


Alcune proposte, per scalare sul ghiaccio più bello, spaziando in un immaginario viaggio verticale da est a ovest...

Dolomiti - Due giorni a Sottoguda

Nel bellissimo e famoso canyon ai piedi della Marmolada è cominciata l'attività su cascata nell'est. Qui sono racchiuse alcune delle più belle salite, meta di migliaia di scalatori ogni stagione.
Salite possibili: Excalibur, La spada nella roccia, La cattedrale

Difficoltà: 3 - 5

Tariffa: € 640,00 (1 partecipante), € 390,00 ( in caso di 2 partecipanti)

Valtellina - Val Masino

"L'altra faccia della Valle" è l'eloqeunte nome di una delle numerose cascate della Val di Mello; luogo famoso per le immense pareti lisce di granito, d'inverno si trasforma in un giardino dagli innumerevoli fiori di ghiaccio
Salite possibili: Merdarola, Oro, Durango, Romilla

Difficoltà: 3 - 5

Tariffa: € 640,00 (1 partecipante), € 390,00 ( in caso di 2 partecipanti)

Val d'Aosta - Cogne

La storia dell'arrampicata su cascata in Alpi si può dire che sia quella che si sviluppa in questo luogo dalle infinite possibilità.
Salite possibili: E' tutto relativo, Tuborg, Candelabro del Coyote, Stella Artice, Lillaz, Patrì

Difficoltà: 3 - 5

Tariffa: € 640,00 (1 partecipante), € 390,00 ( in caso di 2 partecipanti)


Tariffa speciale per chi desidera partecipare a tutti e tre gli stage e chi desidera partecipare agli stage in settimana.

Le spese di viaggio, vitto e alloggio sono escluse dalla quota indicata e le spese della Guida Alpina saranno suddivise tra i partecipanti.

Una luna di granito

Una "Luna" rubata, rubata alla frenesia della quotidianità 

Con Marco è da poco che ci conosciamo, ma fin da subito, è scatta la simpatia e la stima reciproca.
Ho avuto il piacere di conoscerlo in palestra al Rock Spot, una sera abbiamo fatto un oraetta di " studio del movimento" insieme. Grinta da vendere!


Come un fulmine a ciel sereno  Marco mi propone di accompagnarlo su "Luna Nscente" la mitica via allo scoglio delle Metamorfosi, - in Val di Mello - aperta nel 1978 dal fuoriclasse Antonio Boscacci!

In una frazione di secondo valuto la situazione e accetto entusiasticamente la proposta!

Sabato mattina, ci troviamo al parcheggio di Lecco-Bione sul presto...

La giornata si preannuncia bellissima. A San Martino, quando scendiamo dall'auto, l'aria pungente ci investe rabbiosamente...controlliamo il termometro, in effetti ci sono 5°...freschino.

Temporeggiamo, tra il caffè e l'acquisto di due cose da sgranocchiare durante la giornata.

Il cielo è terso quindi appena il sole farà capolino la temperatura dovrebbe sistemarsi sul "gradevole".

Verso le 9 ci incamminiamo lungo la Val di Mello e su per il ripido sentiero che porta allo Scoglio delle Metamorfosi.


Tra quattro chiacchiere e qualche risata arriviamo senza quasi accorgerci all' attacco di Luna.

Davanti a noi un paio di cordate sui primi due tiri...ci prepariamo con calma. Oggi non abbiamo premura.

Marco è difronte al suo sogno e come tutti noi alla vigiglia di una salita è un po' emozionato...giustamente!!
Lo rassicuro, gli dò un paio di dritte su come affrontare le prime due lunghezze - che risultano essere un po' scontrose - e via si parte!
 
 

 

Fatti i primi due tiri, Luna prosegue lungo fessure e diedri di roccia da sogno; Marco insegue il suo sogno appiglio dopo appiglio; è con elegante scioltezza che ci ritroviamo in cima, tra larici di un giallo tenue e il rosso di qualche faggio...


Ci attardiamo a godere lo spettacolo delle pareti e delle cime più alte attorno a noi, mangiucchiamo qualcosa giusto per non perdere il vezzo.

 
 
 
Propongo - vista la giornata e l'ora non troppo tarda - di scendere e andare al Sasso Remenno a fare ancora un po' di tiri didattici, ed è li che Marco mi stupisce con il suo grande entusiasmo da ventenne!!!

Chiudiamo la falesia...cioè veniam via che ormai fa buio.

Ci troviamo con mia moglie, altri amici e con Francesca, la figlia di Marco - che con alcuni amici è andata a fare Kundalini in alternato - per la rituale birretta...anche più d'una direi.

Chiudiamo in bellezza la giornata andando tutti insieme a cena, una bella banda!!!

Grazie a Marco per questa bellissima giornata sulle rocce melliche!


L'anima della Pietra

Ci sono giorni più speciali di altri, in quei giorni svegliandoti sai che magicamente i tuoi sogni prenderanno forma, attraverso i gesti di una quotidianità ormai famigliare.

Ambarabàcicìcoccò - on the road - Bastionata del lago.ph R.Felderer

Sono giorni più luminosi degli altri, dove respiri a pieni polmoni quell'aria frizzante, tersa, che annuncia qualcosa di unico.
In questi giorni in cui ogni cosa è al posto giusto e l'anima della pietra si fonde con la tua, inspiegabilmente... misteriosamente, in un gioco di equilibri senza fine.

Sono giorni in cui sai che scalerai fin dentro l'anima.

ecco, l'anima:ciò che rende vivi, noi come le opere d'arte.

Anche la roccia ha le sue opere d'arte, a volte evidenti, a volte celate tra le pieghe di qualche parete. 

Hatù per tu - Antimedale ph R.Felderer

Così, in un giorno più speciale degli altri, è iniziato il mio personalissimo viaggio tra la pietra.

Ho cercato le sue rughe, l'anima, muovendomi lungo linee magnetiche che in qualche modo hanno cambiato la storia del nostro piccolo mondo; fatto di fatica, dita spelate, appigli ridicoli, equilibri instabili, mani vuote.

Sono linee tracciate da uomini, uomini normali che hanno saputo rendere il nostro gioco speciale.

Uomini che hanno saputo disegnare le loro vie con gli occhi ed il cuore.
Vie che sono entrate negli occhi e nel cuore di chi li ha sognate,amate, a volte odiate.


Sono sogni visionari di chi ha saputo vedere oltre l'immediato, disegnati su scudi di pietra che ci fanno sognare, che ci spingono all'estremo, nello sforzo goffo di accarezzarne le rughe.

I giorni su queste linee hanno una luce diversa, lo percepisci fin dal mattino...quando uscendo di casa con lo zaino, hai la certezza che per qualche ora entrerai in punta di piedi nella storia, che sarai parte di un sogno più grande che va oltre i numeri e le catene...

Via Normale al Piz Bernina

Il Bernina è una montagna che da un po’ suscita il mio interesse. I motivi sono diversi e vari.
Un po’ perché avendo trascorso un sacco di tempo in Valmalenco è spesso protagonista di vari racconti di amici e conoscenti. Un po’ perché è la vetta più alta della valle quindi, dopo essere salito sul Pizzo Cassandra, Pizzo Ventina, Punta Kennedy ed aver percorso per bene quasi tutta l’Alta Via, da tempo cercavo un’opportunità per provare la salita.
L’occasione è arrivata il 5-6 Agosto 2013 con una cordata intenzionata a percorrere la via Normale attraversando per intero il versante Italiano partendo da Campo Moro.

Giorno #1
Ore 7:00 ritrovo a Colico per poi partire alla volta di Sondrio. Strada scorrevole quindi alla svolta per la Valmalenco ci concediamo una colazione. Ripartiamo verso Chiesa, svoltiamo per la Lanzada quindi verso le dighe di Campo Moro.
Arriviamo alle 9:00 circa, breve check-up dei materiali quindi con calma iniziamo la nostra salita.
Obbiettivo della prima giornata è arrivare al Rifugio Marco e Rosa (3609mt).


Dalla Diga di Campo Moro (1940 mt) si attraversa la diga e si scende una cinquantina di metri per una stradina nel bosco rado fino ad un parcheggio. Si seguono le indicazioni per i rifugi Carate, Marinelli e Marco e Rosa e si comincia con un sentiero dietritico che in mezz’oretta porta ad un bosco di conifere. Si cambia versante per entrare, in leggera discesa, nel vallone che conduce alla bocchetta delle Forbici (2636mt). Risaliamo il vallone lungo il comodo sentiero pianeggiante al quale seguono diversi dossi meglio noti come "i sette sospiri". Ancora qualche pascolo di alta quota e qualche pietraia, si raggiunge il Rifugio Carate.

Brevissima sosta per salutare i gestori (“Fanale” e Francesca), quindi proseguiamo lasciandoci il rifugio alle spalle e salendo verso la bocchetta. La vista si apre su Pizzo Tre Mogge, Piz Roseg, Piz Bernina e ghiacciaio di Scerscen. Si prosegue in leggera discesa verso destra, fino ad arrivare in un nuovo vallone che scende dal Passo Marinelli.
Il Rifugio Marinelli è ben visibile su uno sperone sulla sinistra della valle. Si prosegue passando per un laghetto direttamente sotto le Bocchette di Caspoggio quindi si attraversa il torrente sul ponte in legno, e si segue sul sentiero in salita che porta alla Capanna Marinelli-Bombardieri.
Il rifugio è forse il più imponente di tutti quelli dell'Alta Via con i suoi 210 posti letto.
Arriviamo per le 12:00 circa. Facciamo una breve sosta per informarci sulle condizioni del ghiacciaio con il gestore G. Della Rodolfa (NDR: Guida Alpina) e mangiucchiare qualcosa quindi giriamo intorno al rifugio e seguiamo le indicazioni per il Rifugio Marco e Rosa.


Si segue il sentiero che porta al passo occidentale di Marinelli e alla vedretta dello Scerscen Superiore. Si superano diversi nevai e sezioni detritiche fino ad arrivare al ghiacciaio vero e proprio. Da qui, si procede in cordata avvicinandoci alle bastionate rocciose della parete Est della Cresta Guzza facendo molta attenzione ad eventuali scariche.

Il Rifugio ben è visibile in cima alla bastionata davanti noi. Per raggiungerlo è possibile percorrere il canalone ghiacciato della Cresta Guzza oppure, risalire la nuova via ferrata realizzata nel 2003 con ben 650mt di catene.
C’è una certa indecisione su quale via prendere.
L’attacco della ferrata è in pessime condizioni. A causa del ritiro del ghiacciaio, si è formato un profondo crepaccio proprio nel punto di iniziale composto da 2 gradoni in ferro con oltre 1 metro di distanza tra uno e l’altro. Sopra il secondo gradone sono presenti dei cordini consumati provvisti di 2 asole pressoché inutilizzabili. Il “vero problema” è la distanza fra il primo gradone e il ghiacciaio che costringe ad uno spostamento a destra di circa 6 metri per trovare un appoggio sicuro sul ghiaccio per poter salire sulla roccia. Di conseguenza, si è obbligati ad un traverso su roccia di altrettanti 6 metri verso sinistra con i ramponi per poter tornare al primo gradone della ferrata.
Nel caso si opti per il canalone di cresta Guzza, non sono da sottovalutare, le difficoltà legate allo stato del ghiacciaio. Si tratta di percorso impegnativo con pendenza media di 45° ma con punte di 50-55° e, in caso di grande caldo, è possibile doversi districare nella formazione di fino a 15 crepacci, che rendono
l’attraversamento un vero e proprio labirinto.


La nostra Guida, con buona maestria, opta per utilizzare inizialmente la ferrata, quindi si arrampica sulla roccia e, compiendo il traverso descritto prima, risale fino alla prima sosta. Aiutandoci con la corda dall’alto, saliamo a fatica il primo tratto della ferrata assicurandoci con la daisy-chain. Togliamo i ramponi e proseguiamo fino alla seconda sosta. Da qui, riusciamo a vedere per intero tutto il canale constatando che è in ottime condizioni e con un solo crepaccio aperto sul lato opposto.


Rimettiamo i ramponi ed uscendo dalla ferrata, riprendiamo canale nel suo tratto più ripido. Si prosegue lentamente, fino alla cima del canale dove sulla sinistra è possibile scorgere Rifugio.
Ancora pochi minuti e finalmente il nostro obiettivo giornaliero è raggiunto.


La struttura è decisamente moderna. Completamente ristrutturato nel 2003, presenta una facciata esterna completamente in legno con tanto di pannelli fotovoltaici e una postazione internet satellitare. Una decina di metri più in basso è possibile vedere la precedente struttura costruita nel 1913 decisamente più spartana e modesta.
Ore 19:00 passate. Birra come aperitivo
Il rifugio è pieno, ci sono alpinisti di ogni tipo e nazionalità, anche se la maggiora parte arrivano dal versante svizzero (Piz Palù, “Fortezza”, Biancograt). Visto l’orario, ci tocca aspettare per la cena ma con una birra in mano non è un problema.
Dopo cena, definiamo le cordate per il giorno seguente e l'orario di partenza quindi a letto di corsa visto che l'indomani la sveglia è alle 4:00.

Giorno #2
Inutile che cerchi di spiegarvi l'emozione che si prova nel vedere l'alba a quasi 4000mt in un ambiente alpino senza tempo. I colori e l'atmosfera che si respira scaldano più dei vestiti tecnici.
Galvanizzati partiamo dalla Capanna Marco e Rosa seguendo l’ampio pendio che in 200mt conduce alla Spalla del Piz Bernina 4020mt.



Giunti alla rocce si attacca la cresta sulla destra ove sono ben visibili spit e fittoni, segnalati da bolli gialli. Due tiri da 50 mt rispettivamente di II e III, con roccia non proprio saldissima.


Si prosegue per un tratto piano, al quale segue una cresta (sul quale è però necessario rimettere i ramponi) che torna a salire lungo tratto ripido 25mt di III da superare sul lato destro sempre facendo uso di spit e da integrare con qualche friend. Si prosegue con minor pendenza per 20mt, per le facili roccette ben appigliate ed ancora un breve tratto di cresta nevosa si arriva alla vetta della Spalla.


Ci si abbassa verso la sella che porta alla vetta principale per una affilatissima crestina nevosa e si rimonta dalla parte opposta fino alle rocce (I-II) che si superano agevolmente fino a calcare la vetta.
Obbiettivo raggiunto!!! Ci godiamo il panorama in un cielo privo di nuvole e ci abbandoniamo alle foto di rito.



La discesa avviene per i medesimi passaggi usati per la salita con la differenza che è possibile impostare delle comode doppie usando i fittoni come soste.
Tornati alla Marco e Rosa per i complimenti di rito decidiamo di non perdere altro tempo e, recuperate le nostre cose, continuiamo la discesa passando per la ferrata. La discesa è decisamente più facile della salita. Usare la catena come appoggio rende tutto più agevole.
Arrivati agli ultimi gradini, la Guida preferisce calarci, al fine di gestire in modo più safe il gap iniziale con l’attacco della ferrata.

Arrivati tutti sul ghiacciaio sani e salvi si riprende la discesa per le medesime tracce usate per la salita. Il clima è disteso ed, anche se stanchi, il viso di tutti è raggiante per essere riusciti nell’intento.

Ore 17 circa arrivo a Campo Moro con la sola voglia di togliere scarponi e riposare. Birra e panino come da copione quindi si sale macchina con destinazione Casa.

Due giorni incredibili sotto diversi punti di vista: fatica, compagnia splendida ed emozioni ad alta quota.
Il primo giorno abbiamo coperto un dislivello di 1970mt mente il secondo di 2109mt.

Grazie a Tutti di cuore (Matteo, "Curt", Elia, Herman, Francesco e Mazu)

M. Matricardi

Torrione Costanza - Bonatti in Libera

In questa estate bizzarra una delle poche soddisfazioni che mi son preso, dopo la meritatissima libera del mio amico Gerri, è stata la salita a vista della via del grandissimo Bonatti al torrione Costanza.

Di seguito alcune immagini della nostra ripetizione e il bel racconto della prima libera di Gerri!





Di Gerardo "Gerri" Re Depaolini

NON ERA UN UOMO, ERA DIO!

È stato il Pota , al secolo Matteo Piccardi , a risvegliare il desiderio sopito di tentare la scalata in libera della mitica Via Bonatti alla Torre Costanza. Ancora una volta, grazie a lui-mannaggia a lui, mi ritrovo a mettere le mani su quei  gialloni strapiombanti ed un po' marciotti.

La prima volta con Armando Crispiani , non ricordo la data , feci un tentativo convinto che subito si scontrò con la difficoltà di sistemare un chiodo affidabile sul tratto chiave di quello che ora è il secondo tiro: dopo una mezz'oretta buona riuscii ad infiggere un chiodo universale in un buco talmente buono da sembrarmi uno spit.

Uscii dal tiro con la convinzione che fosse possibile scalarlo in libera. Il successivo tiro in traverso , complice anche l'esposizione pazzesca, e la roccia tremendamente friabile, mi sembrò infattibile ; l'imminente arrivo di un temporale ci convinse ad uscire in tutta fretta sulla vicina via Gatti.

"Mi piacerebbe inserire anche la Bonatti alla Costanza nel Concatenamento (NDR: il futuristico progetto nel cassetto del Pota), sarebbe più bello e più ingaggioso".

Come dire al vecchio: "...vai a darle un'occhiata, sistemala un po' e fammi sapere" .

Così l'11 giugno scorso con Marco Maggioni risaliamo il canalone che porta alla selletta da cui parte la Cassin al versante sud-ovest. Portiamo con noi una gran quantità di chiodi per sistemare all'occorrenza l'intera via; nessuno spit su una Bonatti,  l'alpinismo per lui ed anche per noi contempla la lotta con il drago.

Pesava su di me l'incognita del primo traverso  (quello verso sinistra ) ; avevo anche pensato ad una variante diretta che lo evitasse ( ed evitasse anche il successivo verso destra ) ma così non avremmo scalato la Bonatti  integrale. Con questi pensieri procedendo verso l'alto pulendo la roccia, sistemando buoni chiodi dove possibile e cordini in quelli difficili da moschettone e facendo qualche collegamento tra i chiodi.

La variante che avevo immaginato è difficile,  inchiodabile  ed illogica.

Bonatti con il suo grande fiuto e istinto per la scalata aveva visto giusto nell'andare a sinistra.

Il tiro, che tanto mi preoccupava, dopo aver piazzato un ottimo chiodo giallo ad anello (in ricordo di Claudio Barbier) si lascia scalare senza troppa difficoltà; la porta verso l'alto ora è spalancata.

Alla sosta quattro, quando mancano un paio di tiri alla fine della via, ci giungono improvvisi il rombare ed i lampi del temporale già sopra i Corni di Canzo .

Faccio un timido tentativo di proseguire, spronato  da Marco, moschettono  due chiodi ma poi al primo tuono faccio marcia indietro ed usciamo dalla vicina via Cassin.


"Oggi stato su Bonatti torre costanza,  chiodatura  perfetta, tracce di magnesite , sei tu ?"
"Messo nut sul traverso , potresti lasciarmelo che mi occorre ?".


Il giorno dopo ricevo questi due messaggi da Marco Anghileri; lo chiamo subito per conoscere le sue intenzioni future .

Non si sbilancia ma io comunque gli faccio presente che ho già fatto due tentativi e sistemato con grande fatica la via con l'intenzione di scalarla in libera, confidando nel suo rispetto e nella sua sensibilità.

Non posso andarci subito perché a fine settimana parto per 12 giorni al mare in Sardegna. Al mio ritorno il tempo non è bello e il mio compagno è pure impegnato con le gare di nuoto dei ragazzi che allena.

Chissà chi era il compagno di Walter in quel lontano 1952, magari è ancora vivo e ci potrebbero raccontare qualcosa della loro salita; ho letto molto di Bonatti ma non ricordo nulla riguardo alla Costanza.

"Cercavamo di arrampicare il più spesso possibile. Già al primo anno ci siamo messi su delle vie nuove: ricordo uno strapiombo bestiale sul torrione Costanza, con una vecchia corda di canapa e un materiale da ridere. Il secondo ha fatto un volo pazzesco, è pendolato nel vuoto, sono riuscito a tirarlo su dopo una lunga lotta: eppure il problema più serio sembravano i ragli dell'asino del rifugio Alippi , lì sotto. Rimbombavano sulle rocce e nei canaloni, non riuscivamo a sentirci tra noi".

Le parole di Walter recuperate grazie alla monumentale memoria del mio grande amico Daniele all'interno di un'intervista rilasciata nel 1987 a Stefano Ardito sono tutto quello che ci rimane dell'impresa dell'allora giovanissimo ma arditissimo scalatore.

Ore 6.30 di martedì 2 luglio, parcheggio del Bione. Quando arrivo il Pota è già lì che mi aspetta e subito dopo arriva Marco; per non essere in tre Matteo ha contattato un altro giovane aspirante alpinista di Bergamo, che però tarda ad arrivare. Lo svegliamo noi cercandolo per telefono, lo cazziamo  un po' e siccome non possiamo aspettare un'ora e  più al parcheggio, Matteo rinuncia ad essere della partita e ci lascia campo libero.

Oggi devo essere all'altezza delle sue aspettative, ma soprattutto delle mie. All'attacco mi accorgo di aver portato l' imbrago  senza porta-martello  e di aver dimenticato il sacchetto della magnesite. Marco mi cede il suo, che però fa cagare. Da anni  uso solo sacchetti che mi ero fatto confezionare appositamente quando avevo il  negozio e questo contrattempo mi infastidisce: penso che anche Lynn Hill fallì  il primo tentativo di libera al Nose per la mancanza di magnesite. In più la via non è stata ancora sistemata alla perfezione e rimane l'incognita dell'ultimo tiro di A3 che non ho mai percorso . Poi però capisco dai primi movimenti che la giornata sarà perfetta; non so se riuscirò in libera,  ma so , dopo 35 anni di scalata , che oggi scalerò  bene. L'ambiente, il silenzio,  il compagno, la bellezza della via ; tutto è come piace a me e mi mette nella migliore disposizione mentale. Sul secondo tiro non sono ancora caldo, devo stringere i denti e soffiare come un mantice per raggiungere la sosta.

Questa è la sosta un tempo avvolta da un alone di mistero. Si parlava di sosta precaria, di masso in bilico. Quando vi giunsi la prima volta trovai solo due vecchi chiodi e delle fettucce che trattenevano in loco un pilastrino  mobile. Uno sguardo e un richiamo a squarciagola verso il canalone sottostante per sincerarci che non ci fosse nessuno e in un amen, con viva e vibrante soddisfazione, il pilastrino  prendeva il volo. Nasceva così una sosta leggermente più comoda, ma soprattutto vedeva la luce la fessurina che in seguito avrei farcito di chiodi creando così una sosta sicurissima. Parto deciso per il terzo tiro, Marco mi tira un poco la corda e tanto basta a farmi volare ; benissimo i chiodi tengono alla perfezione e la mia nuova corda arancio è un elastico meraviglioso. In breve siamo sulla sosta nelle vicinanze del camino Cassin : 5 m di VI- a destra e si esce sulla via del  grande Riccardo. Sin qui tutto bene ma ancora  fatico a credere a quanta perseveranza,  bravura, ardimento, pazzia, intuito e determinazione abbiano dovuto avere quei due ragazzi quassù oltre sessant'anni fa . Bisognava crederci fortemente.

Parto! Anch'io ci credo fortemente, non so nulla del tiro, neanche dove va, non posso e non voglio appendermi e lascio in sosta martello e chiodi. Inizio così una lunga battaglia, in due tre momenti sono stato tentato di mollare, mi veniva da piangere all'idea di sbagliare. Una lotta interiore, oltre che con l'acido lattico e la paura per le protezioni precarie; in questi momenti solo con me stesso e lontano dalla vista degli altri, tutto  quello che sto facendo acquista  un significato superiore ed un'importanza straordinaria e diventa  di una bellezza folgorante .

Mi ritrovo  ansimante con entrambe le mani su una bella lama di calcare grigio, fuori dal duro, devo solo ormai salire su ottima roccia grigia fino in cima, con le corde che tirano e la gioia nel cuore. Marco quando mi arriva  vicino mi chiede se l'ho fatta, poiché non ha sentito la mia esultanza, che è stata tutta interiore.
Poi il solito tran-tran del  ritorno fino al Rifugio Porta,  dove cerco e trovo il meraviglioso sorriso di Claudio, lui capisce tutto guardando il mio , indovina pure il nome della via salita tanto mi conosce.  Poco dopo arrivano il Pota e Alessandra e insieme, sta diventando una bellissima abitudine, festeggiamo per quella che sul mio diario ho definito una giornata indimenticabile. 
È solo scalata, ma mi piace. Scalata come gioia. E qui ancora una volta mi vengono in mente le bellissime ed indimenticabili parole di Reinhard Karl:

L' arrampicata nel suo vissuto personale non è influenzata dalla difficoltà tecnica. L'ho risentito chiaramente una sera, 10 minuti prima dell'imbrunire, al Great White Book su al  Tenaya Lake ………… All'improvviso il mondo intero è costituito solo ancora di arrampicata, più veloce possibile………..Non abbiamo corda, non abbiamo niente,  scaliamo una montagna senza niente . Arrampicammo così in fretta perché la scalata era un grande godimento…………. Per alcuni minuti siamo stati completamente liberi. Era proprio il contrario di una caduta nel vuoto, l'opposto della paura di morire, era la vita, veloce ed intensa……….. Essere per qualche secondo solo in paradiso, nel paradiso dell'arrampicata. Arrampicare come confronto con la natura, arrampicare come un atto sessuale, arrampicare come gioia folle …….


Mi vengono pian piano le lacrime. Mi rendo conto: questo è stato un punto culminante nell'alpinismo,  forse il culmine  dell'emozione, non si può provare di più, è irripetibile. La mente mi dice: "tieniti  stretto tutto questo nella tua memoria, ponilo sotto vetro nel tuo scrigno spirituale, questo è oro puro"

E' in  questo attimo mi sento straordinariamente ricco."