GAIA simbolo dell' arrampicata sul GRIT STONE!!

 
     Ale alle prese con un classico E1 5b a Stanage

GRIT è un particolare tipo di pietra,
GRIT è un particolare stile,
GRIT è parola magica che evoca immagini di un arrampicata che sfocia quasi in un alpinismo a volte disperato.

GRIT è un fotogramma fisso in testa - il grande Jean-Minh Trin-Thieu che si schianta sullo spigolo basale di GAIA.
GRIT è l’immagine di Seb Grieve che con un incredibile incastro di ginocchio risolve meshuga e alcuni suoi dubbi esistenziali..
GRIT è un sogno che cullo da tempo nel cassetto e a cui non ho mai dato voce…fino ad oggi..

Poi recentemente mi è capitato di leggere tutto d’un fiato “Topo di Falesia” di jerry moffat e la mia curiosità non ha fatto altro che aumentare, a dismisura, la voglia di scoprire, di confrontarsi con un altro modo di arrampicare, la voglia direi di re imparare ad arrampicare.
Jerry Moffat quello smunto climber che negli anni ottanta è stato forse il più forte al mondo, colui che ha innalzato il grado a vista dal 7b+ al 7c+ ; roba da far accapponare la pelle.Il primo a salire un itinerario dove si è dovuto scomodare il mitico grado OTTO A con The Face

Ecco ero proprio curioso di vedere cos’è l’arrampicata in inghilterra, di sfiorare anche solo per qualche breve istante le stesse rocce, di provare ad immaginarmi ed immergermi sui tiri che hanno fatto la storia, si immergermi, perché ogni qual volta stacchi i piedi dal suolo ti ritrovi in una realtà separata dove tutto si dilata, dove le emozioni corrono allo stesso ritmo dei battiti del tuo cuore, sempre più rapidi e sordi mano mano ci si allontana dall’ ultima protezione decente.

E’ con tutte queste domande, aspettative e soprattutto paure che in un caldo giorno di fine aprile con Matteo Della Bordella e mia moglie Alessandra sbarchiamo nel bel mezzo del peak district…del tanto “decantato” clima britannico, fatto di pioggia e nebbia neppure l’ombra; c’è un sole splendente e una temperatura più che primaverile che ci accompagna per tutti e quattro i giorni.
Visitiamo diverse aree, tra le principali del Peak dove, tra le pieghe della roccia si celano veri e propri gioielli d’audacia e difficoltà.
Le loro falesie sono poco più che massi ammonticchiati , distanti anni luce dai canoni delle falesie del resto d’europa.

Sono falesie dove respiri la storia, dove ti vien la pelle d’oca al solo alzare lo sguardo, dove ti si stringe tutto quello che ti si può stringere al sol pensiero di lanciarsi su una via da primo. Falesie vive, con una personalità bene marcata, con un carattere decisamente scontroso!

Non c’è nulla di seriale, ogni linea è una storia a se, su ogni linea puoi trovare l’AVVENTURA…un termine di cui purtroppo ( almeno da noi ) si stà perdendo il significato profondo.


Ho capito, anche se già lo sapevo, che un'altra arrampicata è possibile, un gioco magari per pochi e in cui si deve faticosamente risalire la china delle difficoltà per gradi, con le orecchie basse; ma un gioco che se appreso correttamente può regalare attimi di vivida vita... non è che l'nizio di una nuova avventura...