Ci sono pezzi di roccia più duri, più cattivi.

Pezzi di materia minerale che mi fanno sbattere contro l’ineluttabile evidenza delle mie debolezze… e più cado, più vengo respinto, più desidero salire su quel insignificante (all’apparenza) pezzo di roccia, dominare gli elementi, essere talmente forte da stritolare ogni appiglio.

Quell’unico pezzo di roccia assorbe inconsciamente i miei pensieri per ore, giorni, mesi.
Le “bestie nere” a volte si assopiscono nella scatola dei desideri, per  ritornare improvvisamente a mordere, a ricordarmi prepotentemente, che non esistono appigli smisuratamente piccoli, solo dita troppo deboli per saperli stringere.

Cadi inesorabilmente sconfitto dalla gravità, finché un giorno sali, stai su, non si sa per quale alchimia, ma stai su e allora anche il demone si placa un attimo, per una frazione di secondo senti che forse quel giorno sei un po’ più forte… e l’ebbrezza, non la gioia, dura giusto il tempo di ricordarsi che il pezzo di roccia cinque metri più in là ti vedrà ingaggiare infinite battaglie con la gravità!